Abstract

Spiritual Training” (“Spiritualità Applicativa”) è un Metodo di Aiuto che si inserisce nella cornice del Counseling “Esistenziale e Spirituale”. E’ un tipo di approccio centrato sulla integrazione tra le esigenze quotidiane e i bisogni profondi del nostro variegato mondo interiore, tra scelte consapevoli e modelli di vita coerenti ed efficaci. Un metodo che punta a favorire la comprensione di se stessi, degli altri e della Vita, in una visione “Olistica” cioè di unità, tra corpo, mente, anima () e realtà esistenziale. Il nostro intento è quindi quello di sostenere le persone nello sviluppo di una consapevolezza più profonda centrata sul Sentire e in connessione con tutte le parti del loro essere come elemento in grado di valorizzare e dare significato all’esistenza, ma anche di fornire una guida e un orientamento nei processi di trasformazione. Questa capacità interiore aiuta a condurre l’esistenza in sintonia con la propria coscienza, col “bene percepito direttamente” che diviene poi la fonte più sicura di autonomia, autostima e libertà. La risvegliata consapevolezza del cliente del proprio potere, anche attraverso la scoperta e l’utilizzo di tutte le risorse disponibili, sviluppa di fatto una nuova disponibilità verso il cambiamento e ciò accresce la fiducia nelle possibilità che vengono a manifestarsi nel processo di trasformazione.

Keywords

Integrazione, sentire, spiritualità, fiducia, consapevolezza, crescita personale

 

La nostra civiltà sta passando da un periodo totalmente dominato dal materialismo al desiderio di avvicinarsi alla realtà e alle verità universali. La medicina passerà così dalla soggezione ai metodi fisici che curano il corpo, all’adozione di metodi spirituali e mentali che restaurando il rapporto di armonia tra l’anima e la spiritualità, sradicheranno le vere cause alla base delle malattie.
(Edward Bach)

La vera spiritualità deve governare anche le preoccupazioni più mondane. Una spiritualità che non tenga conto anche dei problemi pratici della vita e che non aiuti a risolverli, non è spiritualità.
(M.K. Gandhi)

Riflessioni alla base dello sviluppo del nostro metodo

La sola ricerca del piacere, del potere, l’accumulo di mezzi finanziari o comunque materiali, nasconde una realtà di grande povertà morale e ideale, un vuoto esistenziale e di prospettive che genera paura, insicurezza e dipendenza nella sfera individuale come in quella sociale.

Il compito evolutivo che riguarda ognuno di noi è proprio questo: passare da una visione limitata della vita, centrata unicamente sulla soddisfazione di alcuni bisogni, spesso solo materiali, ad una che comprenda anche altri aspetti tra cui la Spiritualità.

Non si tratta di ricercare “nuovi” sistemi filosofici, bensì di favorire la presenza nella vita quotidiana di una dimensione di consapevolezza più profonda, vasta e integrata come elemento in grado di valorizzare e dare significato alla nostra esistenza ma anche di fornire, come già accennato, una guida e un orientamento per i processi di trasformazione e di guarigione.

Il grande psichiatra V. E. Frankl (1952) non a caso parlò di nevrosi “Noogene” come conseguenza di questa perdita e mancanza di significato rispetto alla vita che hanno una comune origine nella frustrazione esistenziale di vasti settori della popolazione urbanizzata.

In seguito al crollo delle ideologie, la secolarizzazione della religione, dell’intero sapere e della società in generale, stanno venendo a mancare dei forti riferimenti anche nei valori e questo determina ansia, senso di smarrimento, solitudine e paura diffusa.

Quest’ultima in particolare rappresenta attualmente uno dei principali elementi scatenanti di molti conflitti presenti a livello individuale e nel corpo sociale.

Così, nonostante l’imponente massa di collegamenti, interazioni, contatti di ogni genere, che sicuramente hanno contribuito al superamento delle antiche barriere, dei pregiudizi, delle vecchie divisioni, la percezione individuale ma anche quella generale è di un progressivo impoverimento della qualità delle relazioni e dei legami fondamentali.

Anche per questi motivi di urgente attualità e in seguito al divenire della nostra esperienza professionale e di crescita umana, abbiamo ritenuto utile dare il nostro contributo attraverso la creazione di un Metodo di Aiuto che abbiamo chiamato “Spiritual Training (“Spiritualità Applicativa”) che si inserisce pienamente nella cornice del Counseling “Esistenziale e Spirituale”.

Configurazioni

E’ un tipo di approccio centrato sulla integrazione tra esigenze quotidiane e bisogni profondi del nostro variegato mondo interiore, tra scelte consapevoli e modelli di vita coerenti ed efficaci.

Un metodo che punta a favorire la comprensione di se stessi, degli altri e della Vita, in una visione “Olistica” cioè di unità, tra corpo, mente, anima () e realtà esistenziale.

Un’altra peculiarità presente in questo intervento, consiste nel favorire la consapevolezza necessaria per ritrovare il giusto contatto col proprio corpo nelle varie situazioni ed il respiro come strumento di bilanciamento, di esplorazione e di buona gestione degli stati psicofisici, dei processi emozionali e vitali.

Questo tipo di consapevolezza è in grado di esercitare un’influenza positiva sulla salute in generale ed è la base naturale di quel discernimento (Intelligenza Discriminante) di cui parlava anche il Maestro indiano Paramahansa Yogananda (1920), capace di“attivare” situazioni e avvenimenti che possono favorire il cammino di ognuno.

Nella tradizione dello Yoga è chiaramente espresso da Patanjali nei suoi Aforismi (Yogasutra).

Aristotele nel suo “De Anima” aveva fatto riferimento a questo stato di consapevolezza che aveva chiamato “Entelechia”, in quanto“tensione di un organismo a realizzare se stesso secondo leggi proprie, passando dalla potenza all’atto”.

Rogers (1977) ha parlato di “Forza Attualizzante”, cioè“la tendenza diretta verso il completamento e l’attualizzazione delle proprie potenzialità, capace di indirizzare e autoregolare lo sviluppo della vita nelle varie circostanze, presente in ogni essere umano fin dalla nascita”.

Infine è importante ricordare anche le numerose ricerche nel campo delle “Neuroscienze” e della “Fisica delle particelle” condotte in varie parti del mondo da istituti e ricercatori (Istituto Weizmann di Israele (1998); ricerche del biologo cellulare B. H. Lipton (2007), i contributi di F. Capra (1975) e di R. Sheldrake (1981) che ci riportano a quanto sostenuto dal fisico quantistico e matematico statunitense H. Everett III° (1957) nella sua “Tesi di dottorato” nella quale elaborò e presentò per la prima volta la sua interpretazione sulle“Realtà Parallele” o i “Molti Mondi”.

La sintesi di questi suoi studi che oltrepassarono i concetti classici della Fisica Quantistica contenuti nel così detto “Paradigma della Scuola di Copenaghen” (1927) è stata sintetizzata dal ricercatore americano G. Braden (2000) nell’espressione “Il punto focale della nostra consapevolezza crea la realtà”.

Un’espressione che richiama la parola greca skopòs che significa sia“colui che osserva e sorveglia” sia“l’oggetto su cui si fissano gli occhi”, quindi il verbo skopèo che implica (non a caso) pro(v)-vedere e quindi pro-gettare.

Modello di intervento

Il nostro intento è quindi quello di aiutare e sostenere le persone nello sviluppo di una consapevolezza più profonda centrata sul Sentire e in connessione con tutte le parti del loro essere così da favorire il buon funzionamento dello psico-soma e dell’esistenza stessa.

Questa capacità interiore aiuta a prendere le decisioni seguendo la propria coscienza seguendo cioè il “bene percepito direttamente” che è poi la fonte più sicura di autonomia, autostima e libertà.

Questo, a sua volta, facilita l’osservazione di tutto ciò che è intorno a noi; ci stimola a occuparci anche degli altri e a fondare la nostra esistenza sul principio di realtà, favorendo il superamento della dimensione strettamente personale ma, allo stesso tempo, rispettandone le istanze fondamentali.

Il ristabilirsi della connessione Spirito-Mente-Corpo (e Realtà, quindi noi aggiungiamo) come già ebbe a dire E. Bach (1928) e secondo gli studi clinici più recenti di R. M. Solomon (2010) è determinante per il superamento di molte problematiche connesse alla salute in generale.

Nel nostro metodo di Counseling “Spiritual Training” la comprensione di sé stessi, l’auto chiarimento costituisce la spinta determinante nel percorso dinamico di trasformazione, nel passaggio da un modo di vivere e di essere a un altro, attraverso la scoperta e l’utilizzo di tutte le risorse e le energie disponibili.

In questo “auto chiarimento” è anche possibile ritrovare quel senso di autenticità e di autoconoscenza che ci aiuta a uscire dalla condizione di “frammentazione e spaesamento” (F. Nanetti, 2002) indotta dalle strutture caratteriali e dalle maschere del “falso sé”.

Nella lingua italiana questo “passare oltre” acquista il significato di trascendenza, percorso di realizzazione che anche nella tradizione dell’India antica e della filosofia orientale in genere, si basava sul riconoscimento della propria condizione psicologica e su un lavoro indirizzato al “risveglio dal caos e dalla confusione che tale condizione implica”. (R. Osho, 2002).

E’ lì che possiamo ri/trovare il nostro cuore: oltre i vecchi limiti, le resistenze al cambiamento e le aspettative disattese: “Li dove c’è il vostro tesoro, c’è pure il vostro cuore” (Luca 12,32 – 48).

In questo processo di trasformazione si assiste così al riemergere di quella condizione (Forza Spirituale) rimossa o negata che può consentire di incanalare e gestire in maniera più consapevole ed equilibrata, “le forze telluriche presenti nella nostra natura inferiore, trasformandole, almeno in parte, in creatività, spinta vitale, fiducia e amore” (R. Assagioli, 1988).

Lo stesso A. Maslow (1971) occupandosi del “sentimento mistico” coniò, a proposito dell’ esperienza spirituale, il termine “trans-personale”, intendendo con esso “l’esperienza capace di prolungare lo sviluppo umano al di là del traguardo di diventare una persona pienamente funzionante o una persona auto-realizzata”.

Questa è la“Forza-Coscienza” a cui faceva riferimento Satprem (1970) parlando dell’ esperienza del Maestro indiano Sri Aurobindo.

Questo è per noi anche il vero potere, la vera consapevolezza che ci piace definire non egoica, che aiuta a vivere con più forza e lucidità le emozioni, i sentimenti e le energie anche quando possono metterci alla prova.

Un tipo di consapevolezza che ancora C. Rogers (1977) definiva come “Potere Personale” in quanto “auto-comprensione basata sull’ autenticità, la capacità di essere se stessi senza maschera, in contatto con i sentimenti e la loro espressione”.

Qualcosa di molto simile a ciò che D. Goleman (1995) ha definito con la celebre espressione “Intelligenza Emotiva” ossia “qualità di consapevolezza profonda, auto chiarimento, empatia, appropriatezza delle emozioni e della loro espressione”.

Qualità umana che a suo modo di vedere, aveva consentito anche ai nostri lontani progenitori di sopravvivere in un ambiente particolarmente ostile e di elaborare le strategie che sono state alla base dell’ evoluzione umana.

Un potere che secondo il Mahatma Gandhi proviene in realtà dallo Spirito e che, come ricordava nei suoi insegnamenti, “permette all’uomo di divenire creatore della propria esistenza e non servo del proprio destino”.

Il nostro intervento mira così a facilitare, anche nella sofferenza e nelle crisi esistenziali, l’emergere di una nuova visione e di quelle possibilità in grado di favorire il viaggio alla scoperta di sé e di un significato più ampio, profondo e, allo stesso tempo, elevato, dell’ esistenza.

Una “dimensione” che può divenire anche una efficace “guida per l’azione” nella ricerca di direzioni e strategie esistenziali più vantaggiose e sicure e di benefici più durevoli.

Dimensione che può essere tradotta anche come “fare il miglior uso possibile della conoscenza che si ha a disposizione” espressione etimologica del termine italiano noto come “saggezza”.

Quando ciò accade, nasce una rinnovata fiducia nelle capacità personali, nella Vita e nelle situazioni che essa ci mette a disposizione.

Approccio col cliente

Il counselor “Spiritual Trainer”, naturalmente, non si sovrappone al cliente, non può e non deve “fornire” questa consapevolezza, può “soltanto” favorirla.

Insieme al persona che a lui si rivolge, crea un contesto facilitante che stimola la comprensione di sé, del proprio cammino, di ciò che J. Hillman (1996) definì come “vocazione personale” e che gli egiziani chiamavano “Ank”.

Socrate aveva parlato di questo processo in quanto “Maieutica”.

Si tratta quindi di aiutare la persona a trarre da se stessa le verità e le potenzialità che già possiede, attraverso il dialogo, l’ascolto attento, sensibile e partecipe, cioè attraverso l’attivarsi di quel fattore empatico che è anche la condizione essenziale per favorire una vera accettazione della nostra e altrui umanità.

Per ottenere questo è fondamentale sviluppare col cliente un vero contatto anche a livello “sottile”. Un contatto cioè “tra anime” come precisava anche R. May nel celebre l’ “Arte del Counseling” (1988): “senza questo contatto non ci può essere aiuto, non c’è guarigione”.

Cosa avviene in questo contatto? Uno scambio “Alchemico” così lo definisce ancora R. May, uno scambio “nel corso del quale le due anime si modificano a vicenda. L’una, quella del counselor, assumendosi per quanto ne è capace il disagio del cliente, l’ altra, quella del cliente, assumendo la positività, la chiarezza, il coraggio sociale del counselor.

Per R. May in questo non c’è nessuna magia (e noi siamo completamente d’accordo): quella di “fusionare” (empatia profonda) …a livello animico è una capacità innata degli esseri umani…”

La specificità del nostro approccio, teso a favorire l’auto-narrazione del cliente, si basa anche sull’aiuto fornito alla persona per il suo riappropriarsi di una percezione diretta e reale delle proprie emozioni, dei vari stati d’animo e dei sentimenti presenti nel qui e ora.

Tale percezione parte da una nuova “familiarizzazione” del cliente col proprio corpo, in particolare attraverso l’uso del “respiro consapevole” in quanto strumento basilare di “riconnessione profonda” con le immagini e le sensazioni che si liberano nel processo del “nuovo sentire”.

Come ricordava ancora F. Nanetti (2002) con una sagace espressione : “per cambiare in profondità occorre tornare a pensare con il corpo. Il Counselor esercita il cliente ad ampliare il suo repertorio immaginativo ed emozionale, traducendo in esperienza “corporea” il suo progetto di vita.

I benefici di una “mente silenziosa” rispetto ad una migliore qualità dell’ ascolto interiore e quindi di una migliore consapevolezza e i loro risvolti positivi in termini fisiologici, psicologici ed ecologici, sono ormai comprovati da una vastissimo repertorio di studi e ricerche che a partire dalla metà degli anni ’90 e fino ai giorni nostri, hanno coinvolto oltre 250 università e 33 diverse nazioni.

Possiamo annoverare a riguardo in particolare gli studi condotti dall’accademico americano J. Austin, neurologo presso la University of Colorado School of Medicine con cui ha vinto nel 1998 il prestigioso “Scientific and Medical Network Book Prize”.

La progressiva conquista di questa dimensione interiore che abbiamo già definito, non a caso, come “consapevolezza più profonda, vasta e integrata”, favorisce nel cliente il superamento delle vecchie limitazioni e dei condizionamenti e l’emergere “naturale” di una “predisposizione” al cambiamento in direzione di un nuovo “progetto esistenziale”, una nuova “direzione” (“destinazione”) verso cui ripartire con modalità e tempi più “sentiti”, quindi più “precisi” e “realistici”.

Naturalmente per riuscire a stare efficacemente in questo processo di trasformazione è necessario non solo “sapere” e “saper fare” (possedere cioè un adeguato bagaglio di competenze/conoscenze, di abilità e di esperienze formative reali) ma soprattutto “saper essere”.

Questo significa, come ben ricordava A. Rinaldi (2005), “assumere su di sé il cambiamento, giorno per giorno….” .e che…. “è indispensabile cercare un nutrimento costante per tenere accesa sempre la capacità di aiuto”.

Obiettivi sviluppati nel percorso di crescita e sviluppo personale

Una speciale attenzione viene quindi posta nell’aiutare le persone che si rivolgono a questo tipo di intervento per:

  • riconoscere i loro obiettivi;
  • identificare i loro valori e le aspirazioni più elevate;
  • favorire la comprensione e l’espressione delle vere potenzialità e delle risorse utilizzabili come anche degli ostacoli che si possono incontrare lungo il cammino;
  • individuare le azioni necessarie a sviluppare l’energia e la volontà per realizzare gli scopi riconosciuti;
  • favorire la crescita personale, l’autostima, l’autonomia, la sicurezza interiore, il buon contatto con se stessi, a tutti i livelli;
  • sviluppare i metodi più efficaci e coerenti per raggiungere tali obbiettivi.

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